E-SPORT – LA POLITICA DELLA COMUNITA’ EUROPEA: TRA NUOVI OBIETTIVI E CAMBIAMENTI

Dopo il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) anche il Parlamento Europeo si è interessato della competizioni e-sportive riconosciute a livello nazionale e internazionale.
Lo scorso 8 Novembre, infatti, è stato pubblicato il “Rapporto sulla politica sportiva dell’UE: valutazione e possibili vie da seguire”. Sotto il titolo “Sostenere la transizione verso un futuro sostenibile e innovativo”, il cui punto 92 afferma che “Il Parlamento europeo invita le istituzioni dell’UE ad avviare un dibattito sul futuro e sulle opportunità degli e-sport e a raccogliere dati in per valutare questo settore e presentare uno studio sul suo impatto sociale ed economico”.
Senza addentrarci sull’iter partito nei primi mesi di quest’anno a cura della Commissione per la cultura e l’istruzione (CULT) e che ha visto un serrato confronto sulla tema, si è arrivati alla discussione in Parlamento dello scorso 10 Novembre la quale ha approvato la “Risoluzione” che imporrà al legislatore europeo di mettere campo azioni concrete per al fine di sostenere uno sviluppo sano e di successo degli eSport in Europa.
Quello che da subito va sottolineato è che l Parlamento europeo ritiene eSport e sport settori diversi ma allo stesso tempo che possano integrarsi e imparare gli uni dagli altri e promuovere valori e competenze positivi simili, come il fair play, la non discriminazione, il lavoro di squadra, la leadership, la solidarietà, l’integrità, l’antirazzismo, l’inclusione sociale e l’uguaglianza di genere.


Dalla risoluzione Europea è possibile cogliere ulteriori punti di notevole interesse che vanno dalla necessità di redigere norme unitarie e coerenti per l’intero ecosistema alla necessità, tramite esse, di salvaguardare tutti i giocatori anche dai problemi generati dalle partite truccate, gioco d’azzardo illegale e per il miglioramento delle prestazioni, compreso il doping, sottolineando quindi la necessità di prevenire il doping e le partite truccate nei giochi professionali e di educare i giocatori su tali questioni, nonché di proteggere l’integrità delle competizioni. il
Ma non solo. Si invita anche ad esplorare le sinergie tra il settore dei videogiochi e la sua strategia di innovazione, in particolare nel contesto della ricerca sul metaverso e tenendo presente la protezione della privacy dei dati e le sfide della cybersecurity e, preso atto del ruolo da svolgere nella transizione verde, sia come industria che deve lavorare per diventare più rispettosa dell’ambiente, sia come mezzo per aumentare la consapevolezza delle questioni climatiche e ambientali tra i giocatori di videogiochi, il Parlamento europeo sottolinea anche l’importante ruolo che le città e le regioni possono svolgere nel fornire accesso a infrastrutture in grado di ospitare eventi di eSport o facilitare l’accesso ai videogiochi per tutti.
Obbiettivi saranno quindi anche quelli di sviluppare una carta per promuovere i valori europei nelle competizioni di eSport, in collaborazione con editori, organizzazioni di squadre, club e organizzatori di tornei e una strategia europea coerente per i videogiochi a lungo termine, che dovrebbe avvantaggiare tutti gli attori coinvolti in modo equo e adeguato, tenendo conto degli eSport e dell’attuale dipendenza dalle importazioni e basandosi sulle strategie nazionali esistenti al fine di sostenere attori dell’UE e start-up dell’UE in questi settori.
Molto interessante, infine, la questione dello status di giocatore professionista per il quale non solo verrano create apposite linee guida ma anche la possibilità di prendere in considerazione la creazione di un visto per il personale di eSport basato sui visti culturali e sportivi Schengen, applicabile a tutto il personale coinvolto nella corsa e nella partecipazione a competizioni di eSport, e misure per facilitare i visti procedure per consentire ai lavoratori di videogiochi di venire nell’UE.

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