ARGENTINA CAMPIONE, LA CURIOSA E “SALATA” INVASIONE DI CAMPO: PROTOCOLLO VIETATO?

L’Argentina è campione del mondo, lo sappiamo tutti, ieri al momento del rigore trasformato da Montiel sono tutti esplosi in una gioia incontenibile, dalla contentezza e commozione del telecronista tifoso all’esplosione di tutti i tifosi, sia in Qatar che in Argentina, ma perché no anche in tutto il mondo. Un tifoso molto particolare ha però fatto la storia invadendo ed entrando nel campo dopo la cerimonia. Stiamo parlando di Salt Bae che è stato ritratto più volte di fianco a Messi e a tutti i talenti dell’Argentina con l’ambito trofeo il mano. Iconico il suo gesto virale per la salatura dei cibi ed ovviamente ripetuto anche con la Coppa per darle la giusta sapidità ed assaggiarla anche materialmente perché no, sicuramente sarà buonissima visti tutti i sacrifici per conquistarla.

LE POLEMICHE NON MANCANO

Tutte le foto ed i video hanno fatto ovviamente il giro dei social e da li è nata anche la polemica. Come può esser riuscito a sorpassare tutti i rigidi protocolli FIFA per lo stare in campo? Quelli ammessi sarebbero infatti, in teoria, solamente i parenti dei giocatori e le massime autorità. Per questo è nata poi la polemica. Chiaro che però in quei momenti così concitati ed emozionanti i protocolli si siano un po’ dimenticati, forse anche comprensibilmente. La Coppa originale viene infatti solo usata per le premiazioni e può essere toccata da pochissime persone e il famoso chef stellato non rientra ovviamente tra queste. Una coppia della stessa viene poi consegnata alla squadra per tenerla ed esporla come ricordo.

Uno dei motivi che hanno chiaramente consentito la sua presenza in campo è da ricercare nel patto fatto con il presidente della Federazione calcistica, Claudio Tapia: “Se vincete i Mondiali sarete tutti ospiti al mio ristorante ed ovviamente a mie spese”, aveva detto Salt il giorno prima della partita. I ringraziamenti degli argentini sono poi arrivati dopo la finalissima facendogli calpestare il terreno di gioco con in mano il trofeo tanto ambito e vinto dell’ultimo atto dei Mondiali qatarioti.

Di Lorenzo Deriu

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