SERIE A, SCADONO LE PRIME TRE RATE DELLE TASSE SOSPESE NEL 2020

Gli effetti negativi che la pandemia di Covid-19 ha avuto sul calcio li sappiamo tutti. Sono state molte le squadre che hanno dovuto affrontare pesanti perdite economiche e bilanci in rosso a causa dello stop del campionato e delle partite a porte chiuse. La Serie A aveva per questo motivo sospeso il pagamento di alcune tasse, per andare in contro alle società e aspettare periodi migliori legati alla ripresa. Ora però, a quasi 2 anni dall’inizio dell’emergenza sanitaria, non si può più aspettare ed è necessario che i club regolino i debiti passati. Proprio oggi, giovedì 29 dicembre 2022, è il termine ultimo per il versamento dei tributi scaduti il 22 del mese in corso o, per chi ha scelto la rateizzazione, la giornata odierna rappresenta il limite per il saldo delle prime tre rate.

Le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate

Nei giorni scorsi, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una serie di note relative ai pagamenti dovuti dai club della Serie A. In particolare di dice: “I versamenti delle ritenute alla fonte, comprensive di quelle relative alle addizionali regionale e comunale, e dell’imposta sul valore aggiunto, dovranno essere effettuati dai soggetti interessati, tramite modello F24, utilizzando i codici tributo ordinari e indicando i periodi di riferimento originari entro il 29 dicembre 2022 ovvero in sessanta rate di pari importo, con scadenza delle prime tre rate entro la stessa data e delle successive entro l’ultimo giorno di ciascun mese a decorrere da gennaio 2023.

La nota prosegue poi specificando che la rateizzazione comporta “una maggiorazione del tre per cento delle somme complessivamente dovute”. Si ricorda che fra le squadre di Serie A a dover ancora saldare i debiti, l’Inter è il club con l’importo da pagare più alto, 50 milioni, seguita da Lazio e Roma rispettivamente con 40 e 38. Alte anche le cifre di Juventus e Napoli, che dovranno versare 30 e 25 milioni. Fanalini di coda Fiorentina e Milan che estingueranno un doveroso da “solo” 15 e 10 milioni di euro.

Di Ambra Riccardi

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