REPORT – CALCIOPOLI NON FU COLPA SOLO DELLA JUVENTUS DI MOGGI MA…

“A salvare il calcio italiano è stata la vittoria del Mondiale in quel merdaio totale” inizia così con le dichiarazioni di Massimo Cellino il servizio di Report che rivisita a 17 anni di distanza tutte le vicende legate a Calciopoli.

I passaggi più significativi riguardano le interviste dell’ex designatore Paolo Bergamo, dell’allora Procuratore di Napoli Giandomenico Lepore, l’ex addetto agli arbitri del Milan Leandro Meani e gli ex arbitri Gianluca Paparesta e Paolo Bertini oltre ovviamente a Luciano Moggi.

INDAGINI ILLECITE DELL’INTER

Tutto comincia dal quel famoso 5 maggio 2002, data in cui l’Inter viene sconfitta a Roma dalla Lazio e perde lo Scudetto ai danni della Juventus. Pochi giorni dopo il designatore Paolo Bergamo viene invitato dall’allora Presidente dell’Inter Massimo Moratti per una cena privata. Obiettivo dell’incontro capire il perché l’Inter era penalizzata dagli arbitri. Dopo la cena inizia l’offensiva della dirigenza nerazzurra che attraverso Giuliano Tavaroli, capo della security di Pirelli, per verificare cosa accade nel mondo arbitrale. Il risultato delle indagini viene poi fatto oggetto di un esposto alla Procura della Repubblica di Milano che però non sortisce effetti. Indagini per le quali l’Inter ha transato il risarcimento dei danni a favore degli indagati illegalmente.

MAGISTRATI TIFOSI

E’ il lavoro della Procura di Napoli che fa aprire l’inchiesta “offside” che è stata alimentata non solo dalla sete di giustizia, ma soprattutto dal desiderio di rivalsa calcistica di alcuni magistrati tifosi del Napoli che in quel periodo era stato retrocesso in serie C. Le indagini che culminarono con il rinvio a giudizio dei dirigenti della Juventus e dei vertici arbitrali e della Federcalcio non proseguirono verso altre direzioni per via della fuoriuscita delle intercettazioni che vennero allora pubblicate dall’Espresso. A confermalo è il PM Lepore che evidenzia come dopo fu impossibile andare a verificare le posizioni di altri dirigenti di altre società, ma che la sua impressione che molti altri fossero coinvolti. La fuga di notizie si presume sia avvenuta dal Nucleo Investigativo di Roma che si occupava delle indagini su delega della Procura di Napoli. “Se fossimo andati avanti ci sarebbero state altre squadre. Una subito dopo la Juventus era l’Inter…” queste le parole di Lepore. Proprio su questo punto arriva la conferma di Bergamo che afferma “Le pressioni le avevamo da tutti…”.

BALDINI LA TALPA

A fare da talpa nell’inchiesta dei magistrati napoletani è il direttore generale della Roma Franco Baldini che in un’intercettazione con l’allora vice Presidente della Federcalcio Innocenzo Mazzini gli confida “Vivo per fare il ribaltone ed io ti salverò forse…”. A confermare il ruolo di Baldini è un carabiniere dell’allora nucleo investigativo che conferma come il dirigente giallorosso in più occasioni aveva parlato con il colonnello Auricchio che dopo i colloqui affidava nuove indagini anche senza che ci fossero stati dei riscontri dalle intercettazioni.

ACCORDO INDUSTRIALE PER FAR CADERE IL SISTEMA MOGGI

La rivelazione shock di Paolo Bergamo e che sarà pane per futuri approfondimenti è quella che riguarda i veri mandanti di calciopoli. Secondo l’ex designatore “c’era un accordo industriale tra Tronchetti Provera, Luca Cordero di Montezemolo, Grande Stevens e Gabetti con dietro gli Elkann per far fuori Moggi e Giraudo. Dell’accordo industriale me lo disse il segretario di D’Alema, l’onorevole La Torre. La cordata aveva intenzione di portare a capo del gruppo Fiat John Elkann, mentre la presenza di Giraudo e Moggi vedeva Andrea Agnelli. Giraudo, infatti, è stato sempre legato ad Umberto Agnelli”. Bergamo però è un fiume in piena e conferma come l’avvocato Galasso, legale degli Agnelli, gli confermò “In casa Agnelli si è preso in giro 10 milioni di tifosi facendo apparire cose delle quali noi sappiamo essere non vere ed è una cosa che nasce sopra dalle nostre teste…” .

INTER

A fare da cassa di risonanza a questa ricostruzione che vedrebbe coinvolte più società nella vicenda di calciopoli sono alcune intercettazioni. La prima è quella tra l’allora designatore Bergamo e l’arbitro De Santis dopo un Juventus – Inter terminato con la vittoria dei nerazzurri per 1-0. “L’importante è che questa è andata bene”. Intervenne allora anche il Presidente della Federcalcio Carrano che prima di uno Juventus – Inter del 2004 chiamò Bergamo intimando al designatore di avvisare l’arbitro Rodomonti “che non aiuti la Juventus per carità di Dio…”. Subito dopo arriva Bergamo chiamò il direttor di gara designato “io mi aspetto che tu non sbagli niente. C’è una differenza di 15 punti se hai un dubbio pensa più a chi è dietro (ndr Inter) che chi è davanti (ndr Juventus)…”. C’è anche un’intercettazione di Giacinto Facchetti con Bergamo prima di una gara dell’Inter arbitrata da Bertini è sintomatico del sistema che c’era in quel periodo. “Ho visto lo score di Bertini con l’Inter 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte. Diglielo che domani è importante…” esordisce il dirigente nerazzurro. Dall’altra parte Bergamo risponde prontamente “Ma porca miseria, vediamo di fare 5 – 4 – 4, ma vittorie però… E’ un ragazzo intelligente, ci è voluto un pò per farglielo capire…”. Facchetti poi andò anche nello spogliatoio dell’arbitro prima della gara e gli disse “Speriamo di correggere la prima casella con questa gara” riferendosi alle vittorie.

MILAN

Anche il Milan cercava tramite il ruolo dell’addetto agli arbitri Meani di influenzare le direzioni arbitrali. L’ex dirigente organizzò un incontro segreto tra l’allora arbitro Pierluigi Collina ed Adriano Galliani all’interno del suo ristorante. In un intercettazione Galliani conferma a Meani come un dossier di Paparesta per un affare lavorativo era stato consegnato alla Presidenza del Consiglio. Meani conferma come le pressioni per gli arbitri avvenivano anche attraverso il gettone di arbitraggio che allora era di 5 mila euro. Se ci fosse stata una squadra che faceva pressioni per un arbitraggio si rischiava di stare fermi due mesi e saltare 6 partite che in soldi voleva dire perdere 30 mila euro. Menai poi viene intercettato con l’arbitro De Santis dopo uno Juventus – Inter finito con la vittoria dei nerazzurri che aveva favorito il Milan nella corsa allo Scudetto. E’ proprio il fischietto romano ad esordire “Ho fatto fare il silenzio stampa alla Juventus, non ci era mai riuscito nessuno nella storia del calcio…”. Ma poi ad ammettere il modus operandi di ogni squadra è lo steso Meani “Ognuno faceva il suo per…”.

Una rivisitazione di quello che è stata “calciopoli” che fa emergere come in quel periodo non fu fatta chiarezza a 360° di quello che accadeva nei vertici del calcio italiano. Ombre che dopo 17 anni rimangono nella memoria dei protagonisti i quali però raccontano solo le verità che più gli convengono e che trascurano quanto potrebbe compromettere.

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